5 poesie

Written in Italian by Laura Accerboni

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Il freddo
è poco piacevole.
Se si trema
la credibilità
diventa niente.
Per questo ho imparato
a piantare chiodi
nelle mani.
Ora sono
una persona ferma.

*

Ieri il bambino più alto
ha messo una pietra
tra i denti
e ha iniziato a masticare.
Ha dimostrato a sua madre
ciò che una bocca può fare
se messa all’orlo
e che una casa distrutta
è solo una casa distrutta.
Ieri tutti i bambini più alti
hanno messo alla fame i nemici
e raccolto i loro giochi in fretta.
Hanno dimostrato alle madri
l’ordine
e la disciplina dei morti
poi sono corsi a lavarsi le mani
e ad ascoltare le notizie
in forma di ninnenanne.

*

Il sorriso nuovo
lo metto solo
quando esco.
Non è il caso
che si rovini.
E poi luccico meglio
se non è un’abitudine,
salgo su tutti i troni
e indico la strada
ai più deboli.
Ho anche dieci figli
e un piccolo cane
da passeggio.
Eppure ti ballo in casa
mentre mangi
e ti mostro i saldi
mentre dormi
e ti luccico
in testa,
luccico
e non respiro.

*

Potrei essere un cinghiale
volendo
e spararmi tra gli occhi
volendo.
E nessuno
ne penserebbe niente.
Qualcuno
si preoccuperebbe
di estrarre il piombo
dal corpo.
Che non finisca
tra i denti,
che non ferisca
le guance
a mezzogiorno.

*

Il capannone
è in affitto
dentro a centinaia
si cuce
per dodici ore
come ragni
sputiamo fili
da ogni parte
e ci mangiamo
in mancanza di altro.

Published September 1, 2017
© Laura Accerboni

5 poèmes

Written in Italian by Laura Accerboni


Translated into French by Odile Cornuz

Le froid
est peu plaisant.
Si tu trembles
ta crédibilité
s’anéantit.
C’est pourquoi j’ai appris
à planter des clous
dans mes mains.
A présent je suis
une personne stable.

*

Hier le garçon le plus grand
a placé une pierre
entre ses dents
et il a commencé à mâcher.
Il a montré à sa mère
ce qu’une bouche peut faire
si on la pousse à bout
et qu’une maison détruite
est seulement une maison détruite.
Hier tous les plus grands garçons
ont affamé leurs ennemis
et vite rassemblé leurs jeux.
Ils ont montré à leurs mères
l’ordre
et la discipline des morts
puis ils ont couru se laver les mains
et écouter les nouvelles
en forme de berceuses.

*

Le sourire nouveau
je le porte seulement
quand je sors.
Il ne faudrait pas
qu’il s’abîme.
Et puis je brille mieux
si ce n’est pas une habitude,
je monte sur tous les trônes
et je montre le chemin
aux plus faibles.
J’ai aussi dix enfants
et un petit chien
à promener.
Pourtant je danse à la
maison
tandis que tu manges
et je te montre les soldes
tandis que tu dors
et je brille pour toi
dans ta tête,
je brille
et ne respire pas.

*

Je pourrais être un sanglier
si je voulais
et me tirer une balle entre les yeux
si je voulais.
Et personne
n’en penserait rien.
Quelqu’un
s’occuperait
d’extraire le plomb
du corps.
Qu’il ne finisse pas
entre les dents,
qu’il ne blesse pas
les joues
à midi.

*

Le hangar
est en location
à l’intérieur une centaine
de couseuses
douze heures durant
comme des araignées
nous crachons des fils
de tous côtés
et nous nous mangeons
puisqu’il n’y a rien d’autre.

Published September 1, 2017
© Laura Accerboni
© Odile Cornuz

5 Gedichte

Written in Italian by Laura Accerboni


Translated into German by Ulrike Ulrich

Kälte
ist nicht gerade angenehm.
Sobald du zitterst
ist deine Glaubwürdigkeit
dahin.
Darum hab ich gelernt
mir Nägel in die Hände
zu schlagen.
Ich bin jetzt
eine unerschütterliche Person.

*

Gestern hat der grösste Junge
einen Stein zwischen
die Zähne genommen
und begonnen zu kauen.
Er hat seiner Mutter gezeigt
wozu ein Mund in der Lage ist
wenn man ihn an den Rand bringt
und dass ein zerstörtes Haus
nur ein zerstörtes Haus ist.
Gestern haben alle grössten 
Jungen ihre Feinde hungern lassen
und ihre Spielsachen in Eile zusammengesucht.
Haben ihren Müttern
die Ordnung
und Disziplin der Toten gezeigt.
Dann sind sie gerannt, die Hände zu waschen
und Nachrichten zu lauschen
im Schlafliedformat.

*

Das neue Lächeln
trage ich nur,
wenn ich ausgehe.
Auf keinen Fall
darf es kaputtgehen.
Und ich leuchte besser,
wenn es keine Gewohnheit ist,
ich besteige sämtliche Throne
und weise den Schwächsten
den Weg.
Ich hab auch zehn Kinder
und einen kleinen
Spazierhund.
Trotzdem tanze ich dir
Zuhaus, während du isst,
und zeige dir Angebote,
während du schläfst,
und leuchte dir
in den Kopf,
leuchte
und atme nicht.

*

Ich könnte ein Wildschwein sein
Wenn ich wollte
Und mir zwischen die Augen schiessen
Wenn ich wollte.
Und niemand
Würde sich etwas denken.
Jemand
Würde sich darum kümmern
Das Blei aus dem Körper
Zu ziehen.
Damit es nicht zwischen
Die Zähne gerät,
Damit es nicht
Wangen verletzt
zur Mittagszeit.

*

Die Fabrikhalle
Ist verpachtet
Zu Hunderten
Wird darinnen genäht
Zwölf Stunden lang
Wie Spinnen
Spucken wir Fäden
Von allen Seiten
Und essen uns auf
aus Mangel an Alternativen.

Published September 1, 2017
© Laura Accerboni
© Ulrike Ulrich


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Italian

Poets the world over have always translated the work of fellow poets, even without knowing a single word of the language they were translating from. This situation, more relevant for poetry than any other genre, is widespread throughout the world.
In an ideal scenario, the translator works with an interlinear translation that combines a literal translation (mot-à-mot) with a series of notes about the form, tone, style, cultural references and so on. Otherwise, one would use a third, known language to translate from. Whatever the case, the source poet and the translator poet do share a language: the language of poetry.
Babel has been promoting this way of translating, less common in Western Europe, with several projects. The most prominent resulted in two mirrored anthologies, one, Il vetro è sottile, published in Switzerland by Edizioni Casagrande, and the other, Szyby są cienkie, in Poland by Biuro Literackie, where young Swiss Italian and Polish poets translated each other. The outcome has been brilliant and the books keep circulating widely.
Considering that Swiss poets from the country’s different linguistic regions don’t really know each other’s work, in 2016 Babel Festival got the project Poethreesome under way, by inviting Odile Cornuz, Laura Accerboni and Ulrike Urlich to translate each other’s poems. The result of their joint work has been presented at Leukerbad Literature Festival in July 2016, and subsequently at Babel Festival in Bellinzona. Here is a sample.

I poeti di tutto il mondo hanno sempre tradotto altri poeti, anche senza conoscere una singola parola della lingua originale.
In uno scenario ideale, il traduttore lavora a partire da un’interlineare (una traduzione parola per parola) corredata di note che charificano la forma, il tono, lo stile, lo schema metrico e il ritmo dell’originale. In seconda istanza si può ricorrere a una traduzione in una terza lingua conosciuta sia dal poeta tradotto che da quello che traduce. In ogni caso, i due poeti condividono sempre una stessa lingua: la lingua della poesia.
Babel ha promosso questo metodo di lavoro – meno diffuso nell’Europa continentale che altrove – mediante diversi progetti: i più recenti sono due antologie a specchio, la prima, Il vetro è sottile, pubblicata in Svizzera dalle Edizioni Casagrande e l’altra, Szyby są cienkie, in Polonia da Biuro Literackie, che hanno visto poeti ticinesi e polacchi tradursi vicendevolmente.
Ora, considerando gli scarsi contatti tra i poeti svizzeri delle differenti aree linguistiche, e come le barriere mentali possono essere più granitiche di quelle fisiche, nel 2016 Babel ha lanciato il progetto Poethreesome, invitando Odile Cornuz, Laura Accerboni e Ulrike Ulrich a tradursi vicedenvolmente nelle tre lingue nazionali. I risultati del loro lavoro sono stati presentati in eventi letterari nazionali e internazionali. Eccone un esempio.


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